Le crepe nel muro sono danni visibili alle pareti purtroppo molto più frequenti di quanto potresti immaginare. Le lesioni a danni delle pareti esterne possono consistere in problemi essenzialmente estetici quanto in preoccupanti segnali d’allarme sulla stabilità dell’edificio che viene meno.
Le cause delle crepe sulle pareti possono essere molto variegate: fenomeni ambientali (terremoti, variazione delle falde acquifere sotto l’edificio per escursione stagionale, distaccamento del terreno per scarsità di piogge…), interventi umani (ristrutturazione degli edifici, cantieri edili nelle vicinanze…), usura naturale della capacità di trazione dei materiali, corrosione di armature metalliche dentro travi e solai, assestamento delle pareti in seguito a movimenti del terreno, infiltrazioni di umidità e altre ancora. Il terreno argilloso o limoso, ad esempio, può aumentare di volume oppure ridursi bruscamente per via dell’evaporazione idrica: per questa ragione si producono degli spazi vuoti che portano il piano fondale ad abbassarsi.
Come riconoscere le crepe pericolose e non
Le crepe nei muri possono avere diverse forme e dimensioni.
Le crepe orizzontali, dette anche lesioni da trazione, indicano che la parte sottostante l’intacco sta avendo un cedimento e che la stabilità dell’abitazione non è più assicurata. Possono essere provocate da pioggia, neve e altri fenomeni che vanno a incidere sulla stabilità delle travi.
Sono molto frequenti in seguito a terremoti e sono segno di come l’energia del sisma si scarichi sull’abitazione. Finché si tratta di pochi millimetri, in genere non sono associate a serie problematiche.
Le crepe trasversali avvengono quando il peso non è ripartito tra le pareti in modo uniforme e il terreno non riesce a fare fronte alla sollecitazione in alcuni punti messi maggiormente alla prova. Sono brecce più pericolose delle precedenti siccome tradiscono un’inadeguatezza della struttura a sopportare la pressione. Occorre quindi provvedere a consolidare il suolo per correggere la problematica.
Le crepe a 45° e talvolta verticali nei muri nascono quando il peso dell’edificio non viene correttamente sostenuto dalle fondazioni, in quanto esso è troppo eccessivo e il terreno non riesce a reggerlo correttamente. Si tratta di una tipologia molto pericolosa perché rivela in genere che le pareti non sono collegate correttamente fra loro e che non offrono una resistenza sufficiente allo schiacciamento.
Se si tratta di crepe dell’intonaco oppure su tramezzi apparse dopo un terremoto probabilmente si tratta di lesioni superficiali; se però interessano un pilastro possono intaccare la stabilità stessa della casa. La scelta consigliata consiste comunque nel far giudicare il tipo di intelaiatura e altri elementi tecnici da un professionista per appurare la gravità o meno della situazione.
Non è facile per un occhio poco esperto interpretare i segnali trasmessi dalle crepe: in effetti bisogna comprendere il comportamento statico e dinamico in relazione all’edificio per valutare se le fondamenta sono sottoposte a una sollecitazione fuori dall’ordinario. Per questo, un intervento da parte di esperti in materia è caldamente consigliato.
Come risolvere le crepe
Correggere le crepe può costituire un’opera di ristrutturazione edilizia di lievissima come di consistente entità. Passare la vernice può essere un modo sufficiente per correggere le lesioni all’intonaco e rimuovere la muffa dalle pareti. Se la crepa non è eccessiva si può riempire la fessura con dello stucco spalmato con carta vetrata abrasiva: se però il danno è più esteso e le crepe sono più profonde bisogna procedere con altre metodologie.
La difficoltà sta nel riconoscere quelle che sono essenzialmente lesioni dell’intonaco da vere e proprie crepe profonde che intaccano la stabilità della casa.
L’intervento di società specializzate nel consolidamento dei terreni permette di appurare la reale consistenza di eventuali problematiche a carico della stabilità degli edifici e nei movimenti in fondazione per provvedere a correggerle nella maniera meno invasiva e più duratura possibile.
Nei casi più semplici una soluzione può consistere nei puntellamenti temporanei attraverso piastre e bullonatura per rinforzare la giuntura fra le fratture, a cui fa seguito la rasatura e la verniciatura della crepa.
L’iniezione di resina espandente è una tecnica molto utilizzata per consolidare le fondazioni.
Le iniezioni si possono effettuare anche in profondità, attraverso più livelli, riuscendo così a eseguire un consolidamento delle fondazioni molto efficace negli specifici punti più pericolanti.
Nella prima fase, le iniezioni vengono svolte nell’intradosso delle fondazioni per ampliare le caratteristiche geomeccaniche e per compattare gli spazi vuoti presenti.
Nella seconda fase si procede a consolidare in profondità tutti i livelli del terreno sui quali gravano carichi consistenti. Gli esperti si occupano di monitorare l’evoluzione dell’intervento con strumenti laser che riprendono il benché minimo spostamento millimetrico.
Un’altra tecnica consiste nel consolidamento delle fondazioni con micropali, che consentono alla struttura di poggiare su strati del terreno più profondi e più stabili. Si tratta di applicazioni poco invasive poste attraverso un infissore idraulico collegato a una centralina esterna.
Con questa procedura si procede a rafforzare il terreno della fondazione evitando ulteriori cedimenti che possono compromettere la stabilità dell’edificio. Grazie a questi micropali precaricati in acciaio pressoinfissi spessi 8 millimetri e dal diametro adeguato al caso, si eseguono delle sottofondazioni per il tratto di muro compromesso che scaricheranno in profondità verso sezioni stabili il peso del fabbricato.
Si tratta di una procedura molto rapida da eseguire, che non genera dannose vibrazioni e non comporta l’estrazione di terreno, l’ideale per mettere in sicurezza gli edifici in maniera efficace e poco invasiva.