Quando parliamo di contributi previdenziali, facciamo riferimento a delle somme di denaro che vengono erogate all’INPS per i lavoratori, sia del settore privato che per quello pubblico, e che un giorno al maturare dei requisiti saranno restituiti sotto forma di trattamento pensionistico.
Essi possono considerare in una percentuale sul reddito o sulla retribuzione da lavoro. I contributi possono essere di due tipi:
• contributi assistenziali, versati all’INPS ed all’INAIL (a quest’ultimo per avere la copertura dei rischi di infortunio sul lavoro e da malattia lavorativa);
• contributi previdenziali, che sono quelli che ci interessano e vanno versati solo all’INPS per la prestazione pensionistica in futuro.
I contributi vanno versati anche in caso di lavoratore autonomo, al riguardo consigliamo la lettura di questo articolo di approfondimento del Dott. Giampiero Teresi.
I contributi vengono pagati sia dal datore di lavoro che dal dipendente. Per quanto concerne il dipendente, il contributo consiste in una trattenuta sul suo stipendio, che viene diretta all’INPS; anche il datore di lavoro però a fine mese deve pagare dei contributi e quindi deve presentare all’INPS la denuncia delle retribuzioni di tutti i suoi lavoratori, relative all’anno precedente.
Una copia di questa denuncia viene presentata anche al dipendente come prova del regolare pagamento dei contributi. Qualora il datore di lavoro non versi correttamente i contributi per un periodo di tempo, il lavoratore ha possibilità di recuperare i contributi segnalando all’INPS i versamenti mancati, in modo che la propria posizione possa essere presto regolarizzata e che non si soffra di un ‘buco’ nell’età pensionistica.
Purtroppo non sempre i lavoratori si informano sul fatto che il datore di lavoro versi o meno i contributi, ma invece bisogna fare molta attenzione. Per controllare che il proprio datore di lavoro versi regolarmente i contributi ci si può collegare al sito internet Inps ed accedere all’area personale inserendo il PIN e quindi scaricando l’estratto conto, oppure si può recarsi alla sede INPS vicina.
Per poter recuperare i contributi non versati è necessario che non siano passati cinque anni (se la denuncia è fatta dal datore di lavoro) o dieci anni (se la denuncia del mancato contributo è fatta direttamente dal lavoratore). Nei confronti del datore di lavoro è possibile eseguire l’azione giudiziaria oppure la domanda di riscatto dei periodi di lavoro che sono rimasti scoperti, per colpa del datore di lavoro, dal punto di vista previdenziale ed ottenere così un importo pari alla pensione che sarebbe spettata, in base ai contributi omessi.
L’aliquota dei contributi previdenziali dipende da una serie di fattori, come dal tipo di lavoro, dall’attività dell’azienda, dalla sua forma giuridica, dalla qualifica del lavoratore e dalla dimensione della società.