All’interno del nostro ordinamento grande parte delle forze che concorrono alla gestione degli eventi di rischio è affidata al volontariato. I Volontari rappresentano difatti un valore imprescindibile dei corpi di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana, Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Anti Incendio Boschivo. Con il D.lgs n. 81 del 9/04/2008 il nostro legislatore inizia a trattare il tema della protezione individuale dei membri del corpo di volontariato, rimettendo in definitiva la concreta determinazione a ciascuna organizzazione. È sempre lo stesso riferimento normativo, all’art. 74, che chiarisce il significato di D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) quale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Possiamo fare però una grande dicotomia che distingue le tipologie di divise in base all’ambito sanitario o meno, in cui l’Operatore presta servizio di volontariato.
OPERATORE VOLONTARIO DI PRONTO SOCCORSO
In questo momento storico il tema dei D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) è entrato nel dibattito quotidiano, facendo sì che fiorissero in quasi tutti i nostri vicini e conoscenti esperti di mascherine e visiere di protezione oculare. Oltre ai temi però, già più che trattati, delle mascherine (chirurgiche o con filtro), dei guanti monouso e delle visiere per riparare le mucose oculari, ci sono altri elementi della divisa del volontario di Croce Rossa che sono altrettanto indispensabili al fine dell’incolumità dell’Operatore.
In primis dobbiamo citare la divisa. Obbligo dell’operatore di Pronto soccorso è di iniziare ogni turno con una divisa pulita. Al pari dei guanti monouso, che vanno a preservare tanto l’operatore quanto la persona assistita dai microbi di cui le nostre mani possono essere veicolo, lo stesso pericolo può essere rappresentato dalla divisa. La divisa dell’Operatore di Croce Rossa ha caratteristiche di idrorepellenza, è inoltre ignifuga e antisettica.
Altro elemento che non può essere sottovalutato dall’operatore è quello della calzatura, che rispetto a quella di dotazione può essere personalizzata, scegliendo calzature che possano dare elementi di sicurezza e praticità ulteriori. Le caratteristiche che più frequentemente vengono ricercate sono quelle del plantare modellabile, che contribuisce ad uno scarico migliore del peso e in definitiva ad una postura migliore e a minore fatica, e quello della suola antiscivolo.
Infine, come anche tutti gli altri Volontari delle Associazioni di Protezione Civile, anche per i Volontari della Croce Rossa è fatto obbligo di indossare un caschetto di protezione.
OPERATORE VOLONTARIO DI PROTEZIONE CIVILE
Per i volontari che svolgono la loro azione al di fuori del settore sanitario, i rischi cui possono essere soggetti sono notevolmente diversi, per questo bisogna distinguere i tre gradi di protezioni personali cui l’Operatore può ricorrere:
- Prima categoria: sono i dispositivi semplici di protezione personale in grado di salvaguardare la persona dai soli rischi di lieve entità. In questa categoria possiamo ricomprendere ad esempio i guanti in lattice usa e getta oppure i tappi per le orecchie che vengono indossati quando il rumore è fastidioso ma non assordante.
- Terza categoria: rientrano in questo insieme quei D.P.I. che sono di progettazione complessa e il cui scopo è quello di garantire protezione all’individuo che operando corre un grave pericolo di morte o di riportare lesioni permanenti. Elementi che rientrano in questo insieme possono essere ad esempio l’imbracatura per lavorare in quota oppure la bombola di ossigeno con maschera per operare in zone dall’aria satura di fumo o effluvi pericolosi.
- Seconda categoria: non è un errore. La seconda categoria si delinea per esclusione delle prime due. Nella seconda categoria quindi rientrano la maggior parte degli elementi che compongono la divisa di un operatore, trattandosi di strumenti che sono necessari per una salvaguardia media costante, come può essere un caschetto o i paraorecchie, gli scarponcini tecnici e le barriere oculari. Quello che caratterizza gli elementi di questo secondo gruppo (così come nel terzo, ma in quel caso si parla di tecnologie altamente specialistiche) sono le certificazioni. Perché i materiali siano ritenuti conformi devono difatti riportare le marchiature CE, la dichiarazione di conformità e attestato di certificazione. Questo serve per garantire che, ad esempio il caschetto sia in grado di resistere ad una forza pari a quella di un peso di cinque chili che cada dall’altezza di un metro al di sopra di esso (per ulteriori approfondimenti sul tema si rinvia al sito https://www.soccorsosicuro.it/casco-protettivo-soccorritore/). Più complicato è invece l’aspetto delle scarpe del soccorritore che oltre a rispettare quella che è la normativa generale di base (ISO 20334) possono differenziarsi a seconda che, in considerazione della sua attività, sia necessario anche un puntale rinforzato, ovvero l’antistaticità o la resistenza al calore della suola (oltre ad altre caratteristiche ancora, cui si rimanda al sito Soldiniprofessional).
Quello che hanno in comune entrambe le categorie è di certo l’impossibilità di andare a personalizzare l’abito della divisa, ma solamente quei complementi, come scarpe, caschetto e visiere, che possono rendere più confortevole, oltre che più adatto alle specializzazioni individuali, le dotazioni dell’Associazione di volontariato cui si appartiene.