Membro di spicco di una famiglia da sempre attiva sulla scena finanziaria nazionale e straniera, Marco Zoppi è nipote di Costantino, il fondatore della prima Commissionaria di Borsa attiva in Italia.
La sua esperienza professionale inizia in seno alla ZOPPI e C. SPA SIM, azienda di famiglia per conto della quale svolge, a cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90, il ruolo di Responsabile Azionario.
Negli anni ’90 prosegue la sua carriera all’estero, affinando la sua conoscenza del mondo finanziario e specializzandosi in fiscalità internazionale: proprio quest’ultimo settore diventa in breve tempo quello di riferimento per l’attività lavorativa di Zoppi, che intuisce al contempo anche le possibilità enormi connesse all’utilizzo del Trust. Fonda pertanto Global Capital Trust, realtà operativa sin dall’inizio degli anni 2000 e oggi punto di riferimento e leader nel settore relativo all’erogazione di servizi di carattere finanziario.
Marco Zoppi Trust Immobiliare: cos’è e dove si applica
Conferire una proprietà immobiliare in un trust è un’operazione funzionale ad ottenere il concentramento e la gestione oculata della successione che riguarda questo tipo di beni, proteggendoli al contempo dalle rivalse di eventuali creditori e provvedendo all’ottimizzazione fiscale.
Relativamente al tema della successione immobiliare, il Trust si rivela un istituto particolarmente indicato a dirimere le questioni successorie più complesse: questo istituto di origine anglosassone, infatti, permette di mantenere unito il patrimonio familiare nel tempo, tutelando la residenza di figli minori nel caso in cui i genitori procedano alla separazione ed al divorzio.
Il Trust, che garantisce la residenza anche ai soggetti familiari più deboli, si pone come una delle formule di investimento più convenienti per il contraente e per i beneficiari, in quanto permette a costoro di abitare l’immobile e di utilizzarlo a loro piacimento pur senza averne il possesso, in funzione del Potere Segregativo che caratterizza questo istituto, fondato su un contratto con vincolo di destinazione.
Per l’immobile conferito in un Trust, infatti, può essere disposto l’usufrutto, può essere affittato e perfino essere venduto, nel caso in cui le regole stabilite nel Trust Deed non lo vietino.
La proprietà immobile può entrare a far parte di un Trust attraverso un trasferimento della piena proprietà o della nuda proprietà. A quest’ultima soluzione può essere inoltre abbinato il diritto di abitazione da parte del Settlor.
Nel caso in cui il bene immobile sia conferito nel Trust attraverso la cessione della piena proprietà, il Trustee è tenuto a dichiararne il possesso nella Dichiarazione dei Redditi, pagando le imposte dovute.
Qualora si scegliesse di cedere la sola nuda proprietà, invece, ad essere tenuto a dichiarare il possesso dell’immobile e a pagare le tasse continuerà ad essere il disponente.
Gli immobili italiani conferiti in un Trust non sono soggetti alla tassazione imposta dal Fisco del nostro paese: questo istituto, infatti, permette di scontare le imposte di successione/donazione e quelle ipocatastali.
Considerando che gli ordinamenti di legge italiani non hanno ancora tappato le falle legate al conferimento di beni in un Trust, è opportuno approfittare del momento di stasi per beneficiare dell’attuale regime fiscale al quale questo genere di proprietà sono soggette, scongiurando così il rischio di doversi successivamente assoggettare ai futuri sistemi di tassazione, che, verosimilmente, risulteranno essere nettamente meno competitivi.