Questo articolo vuole essere una piccola guida per tutti coloro che cercano informazioni sull’attività di bonifica di siti contaminati.
Di seguito ti spiego cosa si intende per bonifica dei terreni inquinati e quali sono le tecniche più utilizzate.
Nel settore della bonifica dei terreni inquinati un ruolo di spicco è ricoperto da Astra, un consorzio di aziende che si occupa di proteggere e tutelare l’ambiente: tra le numerose attività svolte, questa azienda si occupa anche di bonifica siti contaminati.
Come e quando un sito viene definito contaminato?
Quando si parla di sito si fa solitamente riferimento ad un’area o ad una parte di territorio compresa nelle matrici ambientali (suolo, sottosuolo e acque sotterranee) che può eventualmente ospitare edifici ed impianti.
Un sito potrà essere considerato:
- non contaminato
- potenzialmente contaminato ( uno o più valori di concentrazione delle sostanze inquinanti sono superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione CSC);
Un sito viene definito contaminato quando vengono sorpassate le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC): se questi livelli vengono superati è necessario eseguire un’analisi di rischio del sito per definire i CSR, ovvero le concentrazioni soglia di rischio.
Quando l’analisi di rischio genera valori delle CSR che superano le soglie predefinite un sito viene definito contaminato; si definisce invece potenzialmente contaminato quando vengono superate le soglie di CSC definite nell’Allegato 5 della normativa di riferimento, ovvero il D.Lgs 52/2006.
Bonifica siti contaminati: messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale.
Il sito contaminato è dunque quell’area in cui si è verificata un’alterazione delle caratteristiche qualitative dei terreni e delle acque in seguito ad attività umane che hanno portato al superamento dei valori delle concentrazioni soglia di rischio CSR.
Quando si superano i valori di CSC è necessario effettuare sia la caratterizzazione di un sito che l’analisi del rischio dello stesso; i valori di CSR rappresentano, invece, le concentrazioni di accettabilità per un sito.
Quando si hanno concentrazioni elevate di CSR un sito viene definito contaminato e si deve dunque procedere ad interventi di bonifica e/o messa in sicurezza.
Caratterizzazione di un sito.
Questo intervento consiste nell’eseguire un’indagine per scoprire: quali sono le sostanze contaminanti presenti nel terreno, conoscere la “storia” dello stesso ed individuare quali sono le attività o gli impianti che possono aver contribuito a rendere necessaria la bonifica del suolo del sito.
Analisi del rischio.
L’analisi del rischio sito specifica è lo strumento più avanzato di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati.
Questa attività permette infatti di valutare gli effetti sulla salute umana derivanti dall’esposizione prolungata all’azione delle sostanze inquinanti presenti nelle matrici ambientali contaminate ( suolo, sottosuolo, acque sotterranee).
L’analisi del rischio permette dunque di verificare se il sito, nel quale sono stati registrati superamenti delle soglie di CSC debba essere considerato contaminato oppure no.
I parametri che vengono presi in considerazione sono i seguenti:
- indice dei contaminanti
- sorgenti
- modalità di esposizione
- ricettori finali
Le fasi successive a quella di analisi riguardano la messa in sicurezza del sito contaminato, l’attività di bonifica e quella di ripristino ambientale.
Messa in sicurezza di Emergenza.
A fronte di quelli che sono i risultati ottenuti dalle due attività precedenti può essere necessaria o meno la messa in sicurezza di emergenza del sito contaminato.
La messa in sicurezza d’emergenza avviene infatti ogni volta che ci sono eventi di contaminazione repentina di qualsiasi natura.
Prima di iniziare l’attività di bonifica ambientale e il successivo ripristino del sito, vengono realizzati interventi d’urgenza oppure a breve termine al fine di rimuovere le fonti inquinanti e ridurre al minimo la diffusione degli stessi.
L’obiettivo di questa attività è impedire il contatto con altre matrici presenti nel sito.
La messa in sicurezza può essere di tre diverse tipologie:
- di emergenza
- Operativa
- Permanente
La messa in sicurezza operativa consiste in una serie di interventi eseguiti in un sito dove sono presenti attività produttive in esercizio.
L’obiettivo è tutelare e mettere in sicurezza sia l’ambiente che la salute delle persone.
È necessario definire piani di monitoraggio e controllo al fine di verificare l’efficacia delle soluzioni adottate ( sistemi di emungimento delle acque sotterranee, sistemi di estrazioni di vapori dal sottosuolo, misure di sbarramento di tipo fisico).
La messa in sicurezza permanente comprende tutti gli interventi necessari ad isolare le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti, garantendo un elevato livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente.
Anche in questo caso devono essere definiti piani di monitoraggio e controllo.
Bonifica di un sito contaminato.
La bonifica di un sito contaminato è l’insieme degli interventi volti ad eliminare la fonte dell’inquinamento, arrestare la migrazione delle sostanze inquinanti in altri settori e non causare danni all’ambiente, limitare la concentrazione dell’agente inquinante ad un livello inferiore ai limiti di tollerabilità previsti.
Ripristino ambientale.
Il ripristino ambientale riguarda quegli interventi di riqualificazione ambientale e che consentono di recuperare il sito, rendendolo nuovamente disponibile per quella che era la sua destinazione d’uso iniziale.