Domenica 4 dicembre i cittadini italiani saranno chiamato alle urne per esprimere il proprio voto in merito alla riforma costituzionale sostenuta dalla maggioranza di Governo e approvata dal parlamento nell’aprile del 2016. Gli italiani, nel segreto del voto, esprimeranno parere positivo o negativo in merito a 3 diversi quesiti referendari, i quali a prima vista potrebbero sembrare tra loro disomogenei, ma come ha avuto modo di sottolineare la stessa Corte costituzionale, tutti e tre i quesiti rientrano nel quadro di modifica che intende perseguire la riforma costituzionale 2016. Nonostante l’importanza del referendum su cui gli italiani sono chiamati a votare, recenti sondaggi hanno testimoniato che solo il 20% conosce il testo della riforma o quanto meno la sua portata. Questo ha dimostrazione del fatto che quanto più la materia di cui si tratta è complessa, tanto più la classe dirigente politica ( che da mesi monopolizza i programmi di attualità) risulta incapace di offrire spiegazioni chiare e dettagliate.
COSA PREVEDE LA RIFORMA
La riforma costituzionale sulla quale è stato presentare referendum confermativa per domenica 4 dicembre ruoto e si esplica intorno a tre punti focali:
- La modifica del titolo V della costituzione: nonostante la recente riforma del 2001, il titolo V della nostra costituzione risulta essere al momento ancora inidoneo ad assicurare a questo paese una certa stabilità politica, quanto meno nei rapporti tra stato e regioni. In ragione soprattutto dell’elevato numero di conflitti sorti tra i due negli ultimi 15 anni, il Governo Renzi ha pensato di rimettere mani all’art 117, ridisegnando le competenze a carico dell’uno e dell’altro, riportando in particolar modo alcune importanti voci nella competenza esclusiva dello stato. All’interno di tale ridefinizione, si innesterebbe inoltre l’abolizione definitiva delle province;
- Il superamento del Bicameralismo perfetto: attraverso una modifica strutturale e funzionale del Senato, il nostro sistema bicamerale non sarebbe più caratterizzato da una piena parità tra i due rami del Parlamento, ma anzi il Senato risulterebbe sotto ordinato rispetto alla Camera. La camera dei deputati verrebbe in essere come la sola protagonista della funzione legislativa,e al Senato sarebbe riconosciuto, dalla riformulazione dell’art 70 della costituzione, una nuova funzione: quella cioè di continuità tra le decisioni statali e le autonomie locali. Il senato, modificato nella sua composizione, solo raramente (e in casi specifici) coadiuverebbe la Camera nella funzione legislativa, pur continuando a svolgere alcune delle funzioni oggi previste;
- Abolizione dello CNEL, ovvero del consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.