Un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche si occupa, tra le varie cose, di monitorare le emissioni in atmosfera. Cosa sono? In che modo questi centri le classificano? Ecco tutto quel che c’è da sapere sulle emissioni in atmosfera.
Emissioni in atmosfera: una definizione
Un’emissione in atmosfera consiste in una sostanza liquida, solida o gassosa introdotta nell’atmosfera e riconosciuta come potenziale inquinante dalla legge. Risulta essere tale se riesce a modificare la composizione dell’aria. Per tale ragione queste sostanze, alterando ciò che respiriamo, sono considerate dannose per la nostra salute.
Qualsiasi azienda operativa per poter essere in regola deve ottenere un’autorizzazione. A dargliela sono enti preposti che tramite un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche, controllano i valori dell’emissioni del’azienda in questione, cercando di capire se rientrano nei limiti previsti dalla legge o meno. In ogni provincia l’ente preposto è diverso e specifico.
Le fasce di emissione
A seconda delle emissioni rivelate da un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche, l’azienda sarà posta in una delle fasce previste dalla legge. Queste sono indicate con le lettere e poste in ordine crescente.
Nella prima, indicata con la lettera A, rientrano quelle più basse. Dette scarsamente rivelanti sono in genere prodotte da attività quali parrucchieri, ristoranti, bar con cucina, meccanici ed altro ancora. Sono regolamentate dall’art. 272 comma 1 del DLgs 152/2006.
Nella fascia B rientrano le emissioni un tempo definite a inquinamento ridotto. Insieme alla A rappresenta l’autorizzazione più richiesta. Queste emissioni in genere sono prodotte da falegnamerie e carrozzerie. Fanno riferimento all’art. 272 comma 2.
Nel gruppo C abbiamo le emissioni per cui un’attività deve richiedere un’autorizzazione tramite procedura ordinaria. Risponde l’amministrazione con un atto formale. Con la D s’indicano invece le emissioni ingenti. Sono quelle più rare ed in genere sono generate dalle grandi industrie. La loro autorizzazione è molto complessa ed è indicata con la sigla AIA che sta per Autorizzazione Integrata Ambientale.
Dichiarazione in deroga per le emissioni in atmosfera
Un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche si occupa anche di aiutare l’imprenditore o il piccolo commercianti a sbrigare le faccende burocratiche. Per questo bisogna rivolgersi anche a questo centro quando si parla di dichiarazione in deroga per le emissioni in atmosfera. Per tutti color che rientrano nella fascia A l’autorizzazione va richiesta prima di esercitare l’attività. L’iter è semplice e sbrigativo.
La domanda per ottenere l’autorizzazione dovrà essere trasmessa allo sportello specifico presente nell’ente preposto, a seconda, come abbiamo visto, della provincia di appartenenza. A Roma ad es. bisognerà far riferimento alla neonata città metropolitana di Roma. Nel modulo si dovranno tutti i dati riguardanti la società ossia la sede legale, la partita IVA, il legale rappresentante etc. Inoltre si scriverà, nella casella apposita, la lettera indicante la fascia di appartenenza.
L’iter non ha costo alcun. Inoltre la validità dell’autorizzazione, una volta ottenuta, sarà valida per sempre almeno che l’attività del negozio non diventi più inquinante. In quel caso infatti passerà in un’altra fascia. La procedura è molto semplice è consiste in un numero di protocollo posto sopra la domanda effettuata, a prova che sia stata fatta richiesta di autorizzazione.
Domanda di autorizzazione emissioni in atmosfera in via generale o AVG
Anche in questo caso la domanda va rilasciata allo sportello di cui sopra. La documentazione da allegare però è più ampia e l’iter è un attimo più corposo. Oltre infatti a compilarla inserendo i dati della società bisognerà presentare la planimetria dell’edificio adibito ad attività commerciale o a fabbrica. Bisognerà segnare i punti dello stabilimento in cui sono prodotte le emissioni, le loro caratteristiche ma sopratutto una relazione tecnica, redatta proprio da un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche, in cui si spiega quali inquinanti saranno rilasciati.
Inoltre bisogna scrivere quale sistema di abbattimento sarà costituito. La procedura è più lunga e complessa ma anche più onerosa. Infatti questa procedura va completata col pagamento di una tassa nota come diritti di istruttoria. Anche in questo caso, a seconda del tipo di attività industriale, l’azienda sarà indicata con delle lettere.
Se si sfrutta un carrozziere che consuma 20 chili di vernice al giorno allora avremo un’attività di tipo a. Invece la produzione di imballaggi, mobili, prodotti semifiniti in legno viene indicata con la e. La torrefazione di non più di 450 chili al giorno rientra nella i. Fornai, pasticcieri, panettieri ed attività che prevedono l’uso di 1500 chili di farina al giorno sono indicati con la lettera h. La trasformazione lattiero – casearie inferiore a 1000 chili rientra nella ii. Questi sono alcuni esempi per far comprendere il funzionamento della classificazione nella fascia B.
Questa domanda completa deve essere presentata allo sportello almeno 45 giorni prima dell’inizio dell’attività. In questo lasso di tempo sarà valutata dall’Ente preposto e alla fine può essere approvata o respinta. Entro altri 60 giorni poi si dovrà comunicare la messa in esercizio. La data dell’inaugurazione sarà dichiarata allo stesso sportello 15 giorni prima. Fatto ciò si dovrà procedere con la messa a regime. La data di quest’altra fase dovrà essere comunicata 10 giorni prima. Sarà il giorno in cui si controlleranno le emissioni in quanto si dovrà verificare che rispettino i livelli dichiarati. I risultasti dovranno essere consegnati entro 30 giorni.
Questa autorizzazione dura 10 anni, quindi va rinnovata. In caso di importanti modifiche però bisognerà farle un’altra.
Autorizzazione in procedura ordinaria
Per la fascia C abbiamo la procedura ordinaria. A quel che finora abbiamo elencato si aggiungerà un’ulteriore allegato ossia la scheda sicurezza relativa all’uso delle materie prima. I diritti di istruttoria sono maggiori. Inoltre possono variare di caso in caso a seconda dei punti di ammissione. Per il resto la procedura è la stessa della fascia B: messa in esercizio, in regime etc …
Perché bisogna rivolgersi ad un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche?
La normativa è complessa ed è facile commettere qualche imprudenza. Per questa ragione un laboratorio analisi chimiche e microbiologiche svolge una serie di attività d’aiuto per gli imprenditori e i piccoli commercianti. Segnala se non sono stati realizzati tutti gli adeguamenti previsti dalla legge, predispone due piani, uno per il controllo delle emissioni che sarà periodico ed uno per la gestione dei solventi. Quindi segnala scadenze autorizzative e suggerisce i modi migliori per abbassare il livello di emissioni. I solventi, le polveri vengono campionate così come le emissioni delle caldaie. I tecnici inoltre svolgono perizie tecniche su richiesta dell’azienda. Insomma se si vuole intraprendere questa strada bisogna chiedere aiuto a chi ne sa di più.