Il culto mariano è estremamente importante per i cristiani, come del resto dimostra il forte dibattito innescato dalle ripetute apparizioni della Madonna, in particolare a Medjugorie. Apparizioni che però sono sempre state viste con sospetto non solo da una parte dell’opinione pubblica, ma anche dalla Chiesa cattolica. Andiamo quindi a vedere meglio la genesi del culto mariano e i motivi che gli hanno consentito di svilupparsi in maniera così profonda diffondendo il culto delle immagini della madonna.
Le origini del culto mariano
La nascita del culto della Madonna è strettamente legato alla nascita stessa del cristianesimo, se si pensa ad esempio ai vangeli apocrifi, in particolare il Protovangelo di Giacomo, ove la sua forte presenza va ad ovviare alla latitanza di quelli ufficiali. Mentre nel Nuovo Testamento, la presenza di Maria risulta improntata a grande sobrietà, testimoniata da non molte parole le quali, al contempo, risultano tutt’altro che insignificanti.
E’ però con i Vangeli dell’infanzia che la figura della Madre di Gesù inizia a stagliarsi con i tratti caratteristici che da questo momento le saranno attribuiti. Proprio da qui muove effettivamente le mosse il culto mariano, ovvero nel contesto cristologico che prevede non solo la realtà umana del figlio di Dio, ma anche la sua incarnazione, di cui il primo a parlare fu Sant’Ignazio di Antiochia, martire ucciso nel 107 e primo Padre della Chiesa a dare vita ad un’operazione di questo genere, con la Lettera ai Trallesi.
Un’operazione poi ripetuta da Melitone di Sardi e un altro martire, San Giustino, il quale dette una sua personale interpretazione della figura di Maria, nel Dialogo con Trifone, mettendola in contrapposizione con quella di Eva: se la seconda, infatti, dette fede alla parola del serpente, generando non solo la disobbedienza, ma anche la morte, alla Madonna spetta invece il merito di aver concepito gioia e fede.
Un tema poi ripreso da Sant’Ireneo di Lione, nel secondo secolo, all’interno della sua opera più importante, Contro le eresie, ove afferma che Eva pur diventando la madre dei viventi consegnò loro la morte, mentre la Madonna assunse la veste di madre dei credenti, recando loro la vita.
Nel corso del Medioevo il culto mariano si è poi consolidato e allargato, ponendo le basi per il vero apogeo raggiunto durante l’età moderna, quando le apparizioni della Madonna prima a Caterina Labouré (1830) e poi a Bernadetta Soubirous a Lourdes (1858), hanno fatto da sfondo alla formulazione del Dogma dell’Immacolata Concezione, di cui fu protagonista Papa Pio IX nel 1854 e a quello dell’Assunzione di Maria, formulato da Pio XII nel 1950. Infine va ricordato il ruolo svolto da Papa Giovanni Paolo II in tal senso, testimoniato in particolare dalla consacrazione del suo mandato alla figura della Vergine.
Il problema delle apparizioni mariane
Come è noto, ormai da decenni si registra il fenomeno delle apparizioni mariane, la prima delle quali sarebbe quella di cui fu beneficiario il taumaturgo San Gregorio, morto intorno al 270, sulle quali l’opinione pubblica continua ad interrogarsi. E’ del resto la stessa Chiesa a riconoscere come dietro certi fenomeni possa esservi autosuggestione, tanto da sottoporre a stretto vaglio ogni singolo episodio per cercare di individuare almeno le apparizioni clamorosamente fasulle. Una selezione cui concorre del resto l’individuazione di una serie di criteri di carattere teologico, storico e psicologico che possono aiutare in tal senso. In particolare è stata la Congregazione della dottrina della Fede ad adoperarsi per cercare di dare risposte alle tante domande, in particolare con le “Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni” risalente al 25 febbraio 1978, poi riproposte nel 2011. La parte più interessante del documento è quella in cui si afferma come se la Chiesa crede alla possibilità di questo tipo di apparizioni, le ritiene al contempo assolutamente non necessarie a contribuire alla vita cristiana. Proprio per questo motivo ognuno può credere o meno ad una apparizione, senza impegnare in alcun modo la Chiesa stessa, che anzi nella maggior parte dei casi le rifiuta con una certa decisione.